Introduzione al Lezionario del Tempo di Pasqua

Se ripercorriamo il Lezionario delle domeniche del Tempo di Pasqua, possiamo constatare concretamente che cosa significhi definire questo tempo “un unico giorno di festa”. A partire dai testi biblici si comprende subito come la Chiesa sia condotta dalle Scritture a “fare propria” la Pasqua che ha celebrato “in unità” nel Triduo santo.

Prima di vedere qualche esempio concreto nel Lezionario, lasciamoci aiutare, nella comprensione di quanto abbiamo appena affermato, da un testo liturgico che troviamo nella “fonte” stessa del tempo di Pasqua, la Veglia pasquale. Nell’orazione dopo la VII lettura, un testo molto antico della tradizione della Chiesa di Roma, leggiamo: «Tutto il mondo veda e riconosca che ciò che è distrutto si ricostruisce, ciò che è invecchiato si rinnova e tutto ritorna alla sua integrità, per mezzo di Cristo, che è principio di tutte le cose». Al termine dell’itinerario spirituale della Quaresima, la Chiesa chiede occhi per riconoscere la nuova vita che la Pasqua del Signore in essa genera. Il tempo di Pasqua consiste proprio in questo, nella manifestazione della vita del Risorto nella Chiesa e nell’umanità.

Se ritorniamo al Lezionario, notiamo come le letture ci guidano all’incontro con il Cristo risorto presente nella comunità dei credenti. I brani delle Scritture – soprattutto i brani evangelici (cf. Ordinamento delle Letture della Messa= OLM 100) –, proclamati nelle domeniche di questo tempo liturgico, mostrano i “frutti” della Pasqua nella vita della Chiesa, le varie “angolature” dalle quali è possibile comprendere il mistero pasquale.

Cosa significa per la vita dei credenti la Pasqua di Gesù? Per poter rispondere è necessario lasciarsi guidare dal Lezionario; scopriremo che egli è il Vivente presente nella Chiesa. Per questo si lascia incontrare (“toccare”) da ogni generazione di credenti, anche da chi, come Tommaso, la sera del giorno di Pasqua era “assente” (II domenica – Ottava). Gesù risorto nella sua Pasqua è per la Chiesa colui nel quale le Scritture si compiono, la loro chiave interpretativa e il loro senso ultimo. Nello spezzare il pane della cena, gli occhi dei discepoli si aprono e ritorna la “memoria” del cuore che “ardeva” nel loro petto mentre il Risorto, pellegrino sconosciuto che camminava accanto a loro sulla strada, spiegava le Scritture (III domenica). Gesù risorto è per la Chiesa “pastore”, “via”, “vite”. Egli è il “buon pastore” (IV domenica, Gv 10: anno A, B e C). Le “pecore”, che lo hanno seguito prima della sua Pasqua, che hanno ascoltato le sue parole e visto i suoi gesti, ora riconoscono la sua “voce” e lo seguono. Quindi Gesù risorto è per la sua Chiesa la “guida” che la conduce, attraverso la storia, verso i “pascoli” della vita eterna. Gesù risorto è “la via” (V domenica, Gv 14,1-12: anno A), una “via nuova e vivente” inaugurata per noi, dice l’Epistola agli Ebrei (Eb 10,20); egli è “vite”, attraverso la quale i tralci ricevono la vita (V domenica, Gv 15,1-8: anno B); egli è “via e vita” perché insegna e consegna ai suoi discepoli il “comandamento dell’amore” (V domenica, Gv 13,31-33.34-35: anno C). Non si tratta semplicemente della consegna di una “norma”, ma della consegna di un “modello”. La “Gloria di Dio” si è manifestata nel “dono” del Figlio, e ora può manifestarsi anche nella vita dei suoi discepoli.

Infine, come coronamento del Tempo pasquale, abbiamo il dono per eccellenza, quel dono che rende possibile e attuale ciascuno dei doni che abbiamo appena elencato: il dono dello Spirito Santo (VI domenica – Pentecoste). Lo Spirito è il “Consolatore”, colui che guida i discepoli alla “verità tutta intera” e che “ricorderà” tutto ciò che Gesù ha detto. Nella Bibbia lo Spirito è il “dono” dei tempi messianici, “segno” del compimento delle promesse di Dio. Nel profeta Gioele leggiamo: «Dopo questo, io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie; i vostri anziani faranno sogni, i vostri giovani avranno visioni» (Gl 3,1). Che la Pentecoste sia il compimento e il coronamento del Tempo pasquale lo dimostra anche il fatto che il termine “Pentecoste” sia stato usato sia per indicare l’ultimo giorno di questo tempo, sia l’intero periodo dei cinquanta giorni (la “Cinquantina pasquale”).

Il Lezionario di Pasqua, mentre ci annuncia la presenza viva del Risorto nella comunità dei credenti e ci rivela i molteplici volti della Pasqua, delinea anche i tratti irrinunciabili del volto della Chiesa (lettura degli Atti degli Apostoli – cf. OLM 100 e 74), le realtà che stanno alla base della sua vita e che le sono state donate dalla vittoria pasquale del suo Signore.