29 marzo
Giovedì Santo
(Preconio Pasquale)
Giovedì Santo
Venerdì Santo
Sabato Santo
Domenica di Pasqua «Risurrezione del Signore»
II domenica di Pasqua o della Divina Misericordia
III domenica di Pasqua
IV domenica di Pasqua
V domenica di Pasqua
VI domenica di Pasqua
Ascensione del Signore
Pentecoste
Resurrezione del Signore
O Dio, che illumini questa santissima notte
con la gloria della risurrezione del Signore,
ravviva nella tua famiglia lo spirito di adozione,
perché tutti i tuoi figli,
rinnovati nel corpo e nell’anima,
siano sempre fedeli al tuo servizio.
(Colletta, Veglia pasquale)
Per antichissima tradizione questa è “la notte di veglia in onore del Signore” (Es 12,42). Essa è strutturata in questo modo: dopo un breve “lucernario” (prima parte della Veglia), la santa Chiesa medita le “meraviglie” che il Signore ha compiuto per il suo popolo fin dall’inizio, e confida nella sua Parola e nella sua promessa (seconda parte della Veglia – Liturgia della Parola). La Chiesa si incammina così, rigenerata per mezzo del Battesimo (terza parte della Veglia), verso il banchetto della Pasqua eterna che il Signore ha preparato per il suo popolo per mezzo della sua morte e risurrezione (quarta parte della Veglia) (cf. MR, pag. 161).
Si abbia cura che la Veglia si celebri nel buio, dedicando ad essa il giusto tempo: occorre infatti sostare senza fretta nell’ascolto della Parola, nella preghiera e nella lode. A tal riguardo si curi con particolare attenzione il linguaggio dei segni affinché possano veramente parlare, la necessaria preparazione e presenza di ministri, l’opportunità pastorale di unire in un’unica celebrazione le comunità affidate alla cura pastorale di un unico pastore (cf. Preparazione e celebrazione delle feste pasquali, n. 43).
Come indicato nel Messale Romano, questa prima parte si struttura in alcuni momenti: benedizione del fuoco, preparazione del cero, processione, annunzio pasquale (MR, pp. 162-168).
In modo particolare si raccomanda il canto del preconio pasquale secondo le melodie proposte in Appendice al Messale Romano.
Come indicato nel Messale Romano, si abbia cura nel proclamare le letture proposte, seguite dal rispettivo salmo responsoriale (possibilmente da eseguire in canto, almeno il ritornello) e dall’orazione. Come indicato nel Messale romano, il salmo responsoriale può essere sostituito da un congruo tempo di silenzio.
Dopo l’ultima lettura dell’Antico Testamento, con relativo responsorio ed orazione, si accendono le candele dell’altare e si intona il Gloria, che dovrebbe essere cantato da tutta l’assemblea. È possibile, durante l’inno, suonare le campane secondo le consuetudini locali (cf. MR, pag. 173).
Secondo la modalità indicata nel Messale Romano, si intoni solennemente l’alleluia, che dev’essere ripetuto da tutta l’assemblea (cf. MR, pag. 173).
Non si trascuri, seppur breve, una sapiente omelia che raccordi i riti al vissuto della comunità, aiutando i fedeli a gustare la gioia della risurrezione che invade e rinnova tutta la vita.
La liturgia battesimale si compone dei seguenti elementi: litanie dei santi, benedizione dell’acqua, [eventuali battesimi], rinnovazione delle promesse battesimali (cf. MR, pp. 174-182).
In particolare si cantino le litanie dei Santi, se possibile durante il tragitto verso il fonte battesimale: ciò indica come l’assemblea terrena procede al passo di quella celeste, unite in un unico atto di invocazione.
Conviene che il pane ed il vino vengano presentati all’altare dai neofiti, se questi sono presenti.
Quale peculiarità di questa notte, del giorno e dell’ottava di Pasqua, dopo la benedizione (per la quale si può utilizzare la formula solenne) si esegua in canto il congedo con il duplice alleluia.