Venerdì Santo

O Dio, che nella passione del Cristo nostro Signore
ci hai liberati dalla morte, eredità dell’antico peccato
trasmessa a tutto il genere umano,
rinnovaci a somiglianza del tuo Figlio;
e come abbiamo portato in noi, per la nostra nascita,
l’immagine dell’uomo terreno,
così per l’azione del tuo Spirito,
fa’ che portiamo l’immagine dell’uomo celeste.
(Orazione, Passione del Signore)

 

 

Nelle ore pomeridiane di questo giorno (verso le tre) oppure più tardi – se lo si ritiene opportuno per motivi pastorali – ha luogo la celebrazione della Passione del Signore. La celebrazione si svolge in tre momenti: Liturgia della Parola, Adorazione della Croce, Comunione eucaristica.

In questo giorno e nel giorno seguente, la Chiesa, per antichissima tradizione, non celebra l’Eucaristia. In questo giorno la santa Comunione ai fedeli viene distribuita soltanto durante la celebrazione della Passione del Signore; ai malati, che non possono prender parte a questa celebrazione, si può portare la Comunione in qualsiasi ora del giorno.

L’altare è interamente spoglio: senza croce, senza candelieri e senza tovaglie (cf. MR, pag. 145).

 
Liturgia della Parola

La prostrazione all’inizio della celebrazione sia particolarmente curata. Essa si svolge nel silenzio (cf. MR, pag. 145); per tale ragione eventuali parole di introduzione siano dette prima dell’ingresso dei ministri.

 

Monizione d’inizio

La celebrazione della Passione del Signore ci invita ad entrare nel mistero di Cristo che morendo ha distrutto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale. Dinanzi alla morte del Signore prostriamoci nel silenzio, apriamo il cuore all’ascolto di un amore così grande, alziamo lo sguardo per contemplare “Colui che hanno trafitto”, entriamo in comunione con le sue sofferenze per prender parte alla sua incommensurabile gloria.

 
Preghiera universale

La preghiera universale esprime “la potenza universale della passione del Cristo, appeso sulla croce per la salvezza del mondo” (cf. Preparazione e celebrazione alle feste pasquali, 67). Si tenga presente la forma della preghiera che si struttura mediante la sequenza intenzione-silenzio-orazione. Anche la postura dei fedeli durante la preghiera (in ginocchio o in piedi) esprime il senso di questa grande supplica.

 

Ostensione e adorazione della santa croce

Terminata la preghiera universale, ha luogo l’ostensione della Croce, secondo le due forme proposte dal Messale Romano (cf. MR, pag. 152).

Per quanto riguarda l’adorazione della Croce, si seguano le indicazioni riportate nel Messale Romano (cf. MR, pag. 152): in particolare si curino i segni di venerazione della Croce (ad es. la genuflessione semplice o il bacio) e i canti che accompagnano il rito (ad es. l’Antifona “Adoriamo la tua Croce”, i “Lamenti del Signore” e l’Inno riportato nel Messale).

 

Santa comunione

Dopo l’adorazione della Croce, ci si dispone a ricevere la Santa Comunione, così come indicato nel Messale Romano (cf. MR, pag. 158). Si abbia cura di preparare l’altare, così come prescritto. Una volta distribuita la Comunione, il Santissimo Sacramento viene di norma riposto fuori dall’ambito della chiesa.

 

Orazione finale sul popolo

Per il congedo dell’assemblea, il sacerdote stendendo le mani sul popolo dice l’orazione prevista (MR, pag. 160). L’assemblea si scioglie in silenzio. A tempo opportuno si spoglia nuovamente l’altare.